36° Raduno

Ho partecipato al 36° campo di Articolo 28 e sono qua a riportare le mie emozioni e le esperienze vissute.

Prima di tutto vorrei ringraziare gli organizzatori e dire loro che non mi sono mai sentito “abbandonato”. Con la loro disponibilità e umanità mi hanno fatto sentire accolto e accettato, e hanno creato un ambiente il più possibile famigliare.

Il campo si è tenuto in luogo che oserei definire magico: immerso nella natura più selvaggia e con un cielo stellato di notte che poche volte avevo visto. Ho ancora impresso nella mia mente certi paesaggi che difficilmente dimenticherò.

Qualcuno mi ha detto che il viaggio inizia sin dal viaggio in auto. Infatti con me c’erano una recluta e un Maggiore TOM (al quale devo praticamente tutto e che avrà sempre la mia gratitudine). Arrivati la sera al campo anche se cercavo di non darlo a vedere mi iniziò a salire l’ansia, anche se devo ammettere che tutti sono stati gentili nell’accogliermi.

La mattina seguente dopo colazione volevo andarmene, volevo scappare, sentivo una paura quasi indescrivibile. Solo adesso mi rendo conto che quella paura non era rivolta al “campo” o alla situazione in sé, ma a me stesso! Mi avevano invitato a lasciarmi andare, a gettare tutte le maschere che ognuno di noi nella quotidianità indossa e tutti i miei possibili pregiudizi. Questo mi terrorizzava. Una recluta come me mi disse una frase che in quel momento mi aiutò molto: “Sappi che la paura che senti tu, la sentiamo tutti! Non sei il solo”.

Inoltre se non era per il Maggiore Tom non sarei qua a raccontare questa bellissima esperienza vissuta al campo. Con il suo modo naturale di tranquillizzarmi, di comprendermi, di farmi sentire accettato, ha fatto sì che io potessi vivere al meglio questa esperienza e goderne i lati goliardici (che sono stati tanti) con tutte le altre persone. Il segreto è essere se stessi!!

Tra noi reclute c’era anche un ragazzo spagnolo di Madrid, e anche lui era la prima volta che affrontava questo tipo di esperienza, soprattutto all’estero. Sono ammirato per quello che è riuscito a fare. Onestamente non so se io avrei avuto il coraggio di mettermi così in gioco, affrontando un’esperienza del genere in un altro paese che non fosse il mio. Questo mi ha fatto pensare che spesso le barriere e le costrizioni sono solo nella nostra testa. È stato bellissimo avere un confronto con lui, con la sua cultura e modo di pensare, e ascoltare un pezzo di realità spagnola tramite le sue parole e il suo modo di essere.

Una cosa che mi è piaciuta tanto è stata l’organizzazione davvero minuziosa del tempo. I giorni sono passati e non me ne sono accorto. Il tempo riempito di escursioni, giochi, gare, cene, momenti di svago, divertimento e soprattutto scambio “umano” con i partecipanti.

Mi hanno spiegato una cosa che condivido in pieno: che ogni campo è diverso perché le persone sono diverse. Il campo è stato anche uno scambio di esperienze di vita dei diversi partecipanti e questo mi ha toccato e insegnato parecchio. Ascoltare percorsi di vita differenti dal mio mi ha insegnato a vedere oltre alla mia gabbia dorata costruita negli anni.

Questa esperienza la assocerei alla parola PASSIONE. Mi sono chiesto chi potrebbe fare un’esperienza del genere? Beh, se sei intristito dalla vita, se hai ormai perso la fiducia negli altri e se pensi che tutti gli ambienti gay sono solo deludenti e vedi tutto nero, allora il campo non fa per te. MA SE INVECE credi ancora nella parola Passione, nella condivisione di esperienze, nel sentimento e nelle emozioni con altri ragazzi che sono, chi più chi meno, come te, e vuoi stare in un contesto dove puoi essere te stesso senza essere giudicato, allora il campo va bene per te! Devi assolutamente fare questa esperienza.

A tutti quelli che me lo chiederanno dirò che è un’esperienza da fare assolutamente!!

Ringrazio davvero TUTTI!!

Roberto 1173

Mi accingo a scrivere che è ormai passata una settimana dalla conclusione del 36° raduno di Articolo 28.

Era un po’ che non lo facevo, ma questa volta lo sentivo. A ottobre dello scorso anno si è insediato un nuovo Consiglio Direttivo, dopo che io e gli altri consiglieri avevamo terminato il nostro mandato senza ricandidarci nuovamente. Mi sono da subito domandato se, una volta cessata la mia carica, avrei partecipato ancora ai raduni di Articolo; con altrettanta rapidità mi son risposto che almeno a questo sarei venuto. Così è stato. Dopo che per anni si è stati puntigliosi, ma non perfetti, organizzatori di raduni, in ogni loro aspetto, ritrovarsi senza più doversi occupare di qualcosa è un po’ strano. Però ci si sente alleggeriti. E con questo spirito ho partecipato al 36° raduno dell’ associazione. Come ho sempre detto alle aspiranti reclute quando facevo i colloqui di ammissione, i raduni di Articolo iniziano già col viaggio per raggiungere la destinazione scelta. Mai come questa volta è stato così anche per me: mi sono trovato a condividere il viaggio con due reclute che non conoscevo affatto (in realtà con una c’erano già stati dei contatti gli anni scorsi), completamente diverse tra loro, ma con cui mi sono trovato benissimo, in viaggio e durante il campo. Grazie Roberto e Domenico! Una volta arrivati a destinazione la ritualità di sempre: grandi abbracci con chi conosci ormai da tempo e saluti “indagatori” con chi non avevi mai visto. Ma basta poco e si simpatizza con tutti. Ecco. Questo è uno degli aspetti più belli della nostra associazione: persone che non si sono mai viste prima, diverse per provenienza cultura età, si comportano come se si conoscessero già da tempo. Pochissime volte succede questo. Il giorno seguente si apre ufficialmente il raduno. Per me e per gli altri ufficiali la scelta di ruoli che non ci vedessero solo come spettatori, giudici critici di chi ha preso il nostro posto, ma parte attiva nello svolgimento del raduno stesso. Tutto svolge come da programma, senza ostacoli e imprevisti, con la competizione tra le squadre, i momenti conviviali e quelli intimi….per chi li ha avuti. Distanti da tutto e da tutti (quasi). Anche in questa edizione il raduno si è confermato un luogo per mettersi a nudo, non solo in senso reale, per togliersi quelle maschere che spesso nella realtà di tutti i giorno si è costretti a indossare, occasione per tentare di essere un po’ più noi stessi. Ho parecchi raduni alle spalle. Raduno dopo raduno si è sempre più rafforzata in me la convinzione di che opportunità unica sia la possibilità di parteciparvi, soprattutto per chi non può vivere, o esprimere, pienamente la propria sessualità. Senza sentirsi giudicato. In un contesto maschile. Lontano dai cliché e dagli stereotipi che contraddistinguono gli ambienti gay. E’ questa la grande forza di Articolo 28: sia pur per una manciata di ore ti consente di essere “uguale tra diversi”. Le ore si susseguono veloci: senza quasi neanche accorgersene si arriva alla cena di sabato, momento “particolare” del raduno, uno di quelli che si ricorda maggiormente, un po’ come la visita medica per le reclute… anche questo con le sue ritualità: è un susseguirsi di brindisi, risate, si ascoltano le reclute con le loro opinioni, le emozioni, le promesse, poi non mantenute, di ritornare ai raduni. Tutti hanno espresso piacere e contentezza di avervi partecipato, consapevoli che comunque è anche finito. La domenica mattina infatti si procede con la preparazione dei bagagli e la pulizia della base. Arriva il momento dei saluti, qualcuno soffoca la propria commozione in un abbraccio e poi via, si parte. Ritorniamo a quella vita che solo qualche giorno prima avevamo lasciato, arricchiti, vorrei sperare, dal ricordo di questa esperienza. Il mio ringraziamento va a tutti. Ai Roberti e al nuovo Consiglio Direttivo, si devono un po’ fare le ossa ma sono sulla buona strada, il loro primo raduno da organizzatori ha avuto un bilancio sicuramente positivo. Al super Colonnello Roberto e ai Capitani Renato e Amorino, con il loro impegno hanno permesso ad Articolo 28 di crescere e rafforzarsi. Alle reclute e agli arruolati, senza di loro non ci sarebbero i raduni e forse non esisterebbe neanche Articolo 28. UZE’ UZE’ UZE’

    • Colonnello Tom

Recluta Stefano

Erano un paio d’anni che tentavo di partecipare ad A28 ,ma le circostanze non avevano reso possibile l’arruolamento,il 2018 è stato l’anno giusto,finalmente dopo tante prove sono riuscito ad andare in scena.

Giorno 1

3..2..1.. si parte Destinazione una “caserma” a 1000 metri al confine fra la Toscana e l’Emilia Romagna.

Arrivo ,il paesaggio è bellissimo,si respira aria pura rispetto alla città.

La caserma almeno dall’esterno sembra il posto ideale per questo genere di giochi di ruolo,sono uno tra i primi ad arrivare,quindi ho tutto il tempo di realizzare e collocare le sensazioni al proprio posto.

La porta principale si apre,salgo all’ultimo piano dove prendo possesso

di un letto a castello ,ultimo posto in fondo,letto inferiore,lato muro.

Dopo qualche minuto ,arrivano tutti gli altri attori di questo spettacolo,le presentazioni e la stretta di mano ( per me gesto fondamentale per capire la compatibilità mentale)

Con La maggior parte dei ragazzi la sensazione è stata subito positiva,ma come in tutti i gruppi c’è sempre qualcuno che ti resta a pelle sulle palle ,ho cercato di andare oltre,volevo vivere questa esperienza in maniera diversa,molto più libera senza gabbie o pregiudizi,come del resto non volevo che il sesso potesse influenzare il mio operato,troppe volte l’uccello aveva avuto la meglio sul cervello.

L’ostacolo più grande sapevo che sarebbe stato l’essere comandato da qualcuno,non ci sono abituato,non è il mio ruolo ne tantomeno la mia natura ,è così è stato, ma come diceva stanislavskij : vivi il personaggio che interpreti.

La prima cena informale :

La conoscenza con gli altri avviene nella cucina ,si formano i primi gruppi,le prime alleanze,i primi contatti di pelle,si scherza ,si ride,tutti uomini, il testosterone che aleggia nell’aria,con lo sguardo si comincia a scegliere i preferiti,quelli con i quali ti interesserebbe conoscere solo mentalmente ,quelli che non vedi l’ora di vederli senza mutande,.inginocchiarti o metterli in ginocchio e quelli che saranno per te invisibili,un florilegio perfetto di cervelli e cazzi.

Tutti a tavola:

Durante la cena ci viene spiegato cos’è articolo 28 e cosa ci aspettava a partire dalle 07:30 del giorno dopo.

Rassettiamo il refettorio e lo prepariamo per la colazione,dopo qualche chiacchiera,decidiamo di andare a letto.

La prima notte:

Mi butto sulla mia branda,ma non riesco a dormire,l’idea di avere un gruppo di uomini gay disponibili ad un incontro ravvicinato mi rende irrequieto,nella branda davanti,accanto,al lato,in fondo a destra c’era il paradiso,mi metto ad ascoltare i respiri ma sono sempre più eccitato ,comincio a masturbarmi ,obiettivo raggiunto,mi addormento.

Giorno 2

Sveglia!!!!!!

Ora X, siamo stati gentilmente svegliati da alcuni militari in perfetta divisa mimetica,le stesse persone che la sera a cena erano alla stesso nostro livello si trasformano come l’incredibile hulk ed entrano nel personaggio,che il gioco abbia inizio.

“Avete 3 minuti per presentarvi in cortile in scarpe da ginnastica , felpa e mutande”

Una tortura ,correre e fare ginnastica a quell’ora del mattino è innaturale ma la vista dei miei compagni in mutande hanno reso tutto più piacevole.

Ci hanno allineati ed i superiori si sono presentati dichiarando il loro grado ( non chiedetemi di ripetere il grado gerarchico perché non li so!)

“Avete 20 minuti di tempo per fare la doccia e prenotarvi in refettorio per la colazione”

Docce,finalmente il primo nudo integrale per tutti,il binomio uomo/nudo

Gli sguardi hanno cominciato ad appoggiarsi addosso soffermandosi sulle parti più appetitose,soprattutto il mio sguardo si è soffermato su uno dei più bei culi mai visto,un bellissimo culo di uomo,sodo,alto,ben proporzionato a tutto il fisico del possessore.

Le vestizione:

Finita la colazione ci hanno convocato nella sala della vestizione,dove saremo ufficialmente diventati dei “soldati” tra un A-ttent!! e un Ri-po-so! Ci hanno accompagnato uno alla volta nella sala accanto,dove hanno eseguito la visita medica ( non voglio svelarne la modalità,ma credetemi,ne vale la pena)

Indosso la mimetica e…..boom come per magia tutti assumiamo un aria più dura e virile,rimango folgorato dal fascino della divisa,anche quelli che credevo meno interessante sono apparsi immediatamente scopabili.

Il Torneo

Ci hanno divisi in squadre ( ancora una volta non voglio entrare nei dettagli delle varie attività e sorprese per non sciupare niente ai futuri partecipanti ,perché ARTICOLO 28

Non va raccontato,va vissuto)

Risultato Verdi Vs Rossi

Sono nella squadra verde,a me non interessa partecipare,mi interessa vincere se non si gioca per vincere allora è meglio stare a casa.

Tra prove ed attività è arrivato il momento della libera uscita.

Doccia (fatta in tandem) conoscenza,qualche allusione,qualche flirt,insomma il gioco della preda ed il cacciatore,o 2 cacciatori o 2 prede.

Ecco ed è propio alla fine della giornata del venerdì che mi sono pienamente riconosciuto in questo gruppo.

Uomini maschili,liberi,consapevoli,che giocano ai soldati ed al sesso senza tanti PERCHÉ? che giocano in 2 o più persone senza tabù o imbarazzanti giudizi da parte di chi non ha il coraggio di vivere le proprie pulsioni.

Questa è la mia natura.

giorno 3

Il giorno 3 più o meno si è svolto con le stesse modalità di gare ed attività varie,viene proclamata la squadra vincente Verde! ( la Mia Naturalmente)

Ultima cena,prima guardia

Ho fatto la mia prima ed unica guardia 1^ turno dalle 00,00 alle 02:30 sono stato in cucina a finire di lavare i piatti ma è stata una pacchia;)

Giorno 4

Il congedo:

La domenica mattina è arrivato il momento del congedo

È stato un bel momento,molto emozionante,il frutto di 4gg di condivisioni.

Considerazioni finali:

Sono stato bene !

Continua a non piacermi essere comandato

Ho conosciuto persone interessanti

Non voglio menzionare nessuno perché sono stati tutti speciali e scopabili ( anche quelli che mi sono rimasti sulle palle)

Perché articolo 28 è una proiezione della vita reale,che va vissuta,un mondo maschile,un mondo di soli uomini,mentalmente e fisicamente sulla stessa linea d’onda.

Un gioco divertente dove si gioca insieme e si condivide tutto,dove non a caso è coniata una parola declinabile solo al maschile : cameratismo.

Questo è il mio grazie!

Nella speranza di continuare ogni anno a vivere nuovi raduni chiudo con una perla di saggezza che solo i miei commilitoni capiranno:

Una vera signora non si veste mai con più di due colori (cit. C.Chanel)

Después de que el campamento terminó me quedé uno días recorriendo la zona, y durante esos días escribí un relato. Un relato compuesto de 10 capítulos, en los que narro mi experiencia personal. Los escribí por varias razones, especialmente para evitar olvidar los detalles de la experiencia vivida, y sobre todo para poder expresar todo lo que tenía dando vueltas en mi mente. Aquí quiero compartir con todos, sólo el primer y último capítulo, porque cada experiencia es diferente, y no quiero que la mía condicione la tuya. Los capítulos del 2 al 9 son tuyos, son tu propia experiencia, será tu propia historia. Te invito a que leas estos capítulos y que te decidas a hacer ese viaje a lo desconocido…

UN VIAJE A LO DESCONOCIDO

CAPITULO I

Son las 6:30 de la mañana del 14 de junio. ¡Ha llegado el día! El día que durante tantos meses he esperado. No lo puedo creer, por fin llegó, parecía tan lejano…

Hoy cojo un avión a Milán o debería decir a lo desconocido. Un avión que me llevará a un lugar que no conozco. A reunirme con una veintena de personas que no sé quiénes son. A encontrarme con unas reglas que no se si podré obedecer. En definitiva, a vivir una experiencia que no sé como terminará.

Desde la ventana del avión veo como me alejo de lo conocido y como mi cuerpo empieza a excitarse por acercarme a lo desconocido.

Las primeras palabras en italiano las escucho en mismo vuelo, palabras que ahora que estoy escribiendo este relato, me parecen familiares.

Del aeropuerto a la estación de tren de Cadorna, donde me esperaban mis primeros anfitriones, me pareció eterno.

¿Cómo serán? ¿Serán amables? ¿Cómo me debo comportar? ¿El juego empieza ahora mismo o debo esperar a la llegada a la base? Tantas preguntas sin respuestas.

Primera impresión: uno alto y uno bajo. Uno con barba y otro sin. Edades similares a la mía, tal vez. Bueno y eso que importa.

Empezamos un viaje de más de 4 horas. Durante el viaje cada vez me sentía más cómodo, sobre todo gracias a uno de ellos que tenía mi mismo rango jerárquico en el juego, es decir: ¡ninguno!

No había transcurrido una hora cuando dentro de una conversación cotidiana de mi agenda en Italia me ofrecen hospedaje en Milán, del cual carecía hasta el momento, ya que estaría en esa ciudad una noche antes de volver a Madrid. Amabilidad: nivel italiano.

Varias paradas en el camino para repostar, tomar café, comprar algún equipamiento que nos faltaba, etc.

Cada kilómetro de menos era proporcionalmente inverso a mi nerviosismo. De hecho, deje de hablar los último 10 kilómetros. No me salían las palabras. Solo recuerdo haber dicho, una vez que estacionamos frente a la base, “estoy muy nervioso”.

(…)

CAPITULO 10

Este último capítulo lo escribo en el vuelo que me lleva de regreso a lo conocido. Vuelvo feliz, con una experiencia más de vida y con amigos repartidos por toda Italia.

En mi caso no ha sido una experiencia sexual, ha sido una experiencia personal. El sexo está sobrevalorado, ¡pero cuanta falta hace! Lo personal está infravalorado, pero que bien que lo podamos encontrar en donde menos lo esperamos.

La experiencia militar ha sido interesante, pero lo vivido día a día con todos mis compañeros ha sido insuperable. He conocido gente maravillosa con diversas personalidades y actitudes, con sus virtudes y defectos, con sus ambiciones y expectativas, con sus vidas privadas o públicas, pero sobre todo con ganas de pasarlo bien y hacer que lo pasaras bien.

Gente que ahora forma parte de mi vida, y que unos días atrás ni siquiera sabía que existían en este planeta. ¿a qué es curioso?

Me vuelvo con el corazón arrugado, pero feliz porque he podido vivir esta experiencia. Tal vez alguien piense que sobrevaloro la situación. Tal vez sí, pero que sería de la vida sin la exaltación de nuestros sentimientos.

No quiero arrepentirme después, por no haber dicho lo que siento realmente.

Ahora me bajaré del avión y continuaré con mi vida, pero con recuerdos que a las 6:30 de la mañana del 14 de junio, cuando sonó el reloj, no existían en mi memoria.

La pregunta que me hago ahora es: ¿los volveré a ver? No lo sé, pero eso forma parte de lo desconocido.

Recluta número de matrícula 1176

p.d. ya empecé a contar los días para el próximo campamento. ¡No vemos allí!