33° Raduno

Scrivo che sono ormai già passate alcune settimane dalla conclusione del 33° raduno di Articolo28, un atto “dovuto” oltre che ovviamente sentito.

Aver atteso, forse indugiato, così a lungo prima di scrivere, mi ha sicuramente permesso un’ elaborazione più lucida, meno sentimentale, ma inevitabilmente mi troverò a ripetere quanto già scritto da altri.

Ogni raduno, pur con delle ritualità costanti, ha una storia a sé che lo rende diverso da quelli che lo hanno preceduto e da quelli che, spero, seguiranno. Sia come coinvolgimento di insieme, delle molteplici individualità, molte delle quali ignare di cosa loro aspettasse, intimorite e incuriosite, sia come vissuto personale di chi scrive, che vede nel raduno il gradino ultimo di una scala iniziata molti mesi prima.

Ebbene, per questo raduno, giunto in cima alla scala, quello che mi si è presentato davanti, risultato dell’ impegno e della dedizione di tutto il periodo precedente, è stato, da subito, una prospettiva straordinaria: un numero di partecipanti e soprattutto di reclute mai avuto prima (almeno da quando io sono in Articolo 28) e dalle provenienze più diversificate, anche etniche. Ognuno con la sua storia personale (di vita, età, professione, cultura), ma che per una manciata di giorni, direi di ore, ha messo da parte la propria quotidianità ed era lì, insieme ad altri, per lo più sconosciuti, accomunati dall’ essere GAY.

Ecco. Non che i precedenti non lo fossero, ma per me il 33° raduno di Articolo 28 è stato un raduno GAY: nella fierezza di esserlo e nella spregiudicatezza di “praticarlo”! Sì, praticarlo….perchè credo che nei 15 anni di esistenza di Articolo 28 non si è mai fatto così tanto sesso, in tutte le sue sfaccettature, come in questo campo, almeno da parte della maggioranza dei partecipanti. Ogni circostanza, ogni occasione, ogni situazione erano propizie per fare sesso; forse solo ai pasti, e pochissime altre volte, ci si è astenuti. Al bando quindi il rigore, la disciplina, le regole, le punizioni che sembrava all’ inizio potessero spaventare le reclute. Molliamo le redini e qualsiasi freno inibitorio e lasciamoci andare…

Gli abbracci e la tenerezza, tanti, le emozioni, e la commozione ancor di più (come non citare le dichiarazioni delle reclute, la scritta infuocata e il bacio collettivo dell’ ammaina bandiera), ma a costo di deludere, di essere frainteso, o, peggio, apparire riduttivo e superficiale, il ricordo che io avrò di questo raduno è legato soprattutto al sesso. E non è detto che ciò sia particolarmente positivo.

Il raduno perfetto non esiste! Il 33° raduno, quello celebrativo dei 15 anni di Articolo 28, e dei miei 10 anni di “militanza”, è stato molto imperfetto!!!

Detto ciò, giusto per contraddirmi (?), non posso però esimermi dal menzionare un “merito” di Articolo 28, uno dei tanti: i raduni, per tutti i partecipanti, arruolati, ma soprattutto reclute, costituiscono un’ opportunità unica di confronto, con gli altri ma soprattutto con se stessi e i propri fottutissimi limiti, che ti bloccano e ti impediscono di essere appieno quello che sei. Ne è stata dimostrazione in questo raduno la presenza di una recluta che già ancor prima di venire al raduno manifestava la sua incertezza nel parteciparvi e che a raduno già avviato esprimeva il desiderio di voler andar via. Ebbene, quella recluta, pur con la sua iniziale sofferenza, è rimasta fino alla fine, partecipando attivamente, senza risparmiarsi.

Essere riuscito a far capire, non convincere, quale occasione di crescita e consapevolezza stava sprecando è stato per me il risultato più importante, una vittoria personale, quella emotivamente più appagante. Grande Maurizio!!!…e grazie.

Grazie Maurizio, ma anche grazie Raffa, fantastico e generoso cuoco dei nostri ranci. Grazie a Sergio ed Angelo di “Pizza e caffè”, un nome che è tutto un programma. Grazie a tutto il Consiglio Direttivo con cui si è condivisa la non facile organizzazione del raduno e che mi ha supportato e sopportato nelle decisioni prese, in particolar modo il Colonnello Roberto, interlocutore quotidiano per tutto il periodo precedente il raduno, negli anni presenza costante nella mia stessa esistenza. Infine il grazie più grande a soldati e, soprattutto, reclute: senza di loro e del loro mettersi in gioco Articolo 28, forse, non esisterebbe…

Utzè utzè utzè

Magg. Tom

Trentatre.

Si è appena concluso il campo numero trentatre di Articolo28 e, come sempre (o quasi), si è ripetuto il miracolo. E’ come quello di San Gennaro: si attende con tensione che avvenga, poi ci si rilassa, ma resta sempre la sorpresa dell’accaduto, seppur lo si aspetti e lo si conosca.

Al campo, come sempre, si sono incontrate persone per lo più sconosciute tra loro, stavolta eravamo per metà effettivi e per metà reclute, ma dopo poche ore sembrava tutti si conoscessero da anni, e avessero condiviso già moltissimo.

Questo è il miracolo. Ho partecipato a 23 campi (tutti dal maggio 2003) e si ripete sempre!

La situazione in cui ci mettiamo ad un campo produce Feticismo, Amicizia, Cameratismo, coesione, solidarietà, contrasto, erotismo e molto altro ancora … e in quest’ultimo campo si sono superati davvero molti records. Tralasciando quelli numerici di partecipazione (seppur rilevanti), come quelli relativi alle provenienze geografiche, il limite storicamente superato al campo numero trentatre, è stato quello del divertimento, del coinvolgimento, dell’intesa, della solidarietà e dell’intensità delle emozioni provate, credo, dalla maggior parte delle persone.

E’ difficile fare appunti a come si sono svolte le cose (seppur si possa sempre migliorare).

In passato, terminato un campo, avevo chiaro cosa non fosse andato bene, cosa andava cambiato, quali “mancanze” avevano avuto la truppa e/o il Direttivo, ma stavolta non ho argomenti.

E’ difficile fare appunti, oppure si dovrebbe cavillare sui dettagli.

L’unico appunto possibile? Il tempo. Ha piovuto diverse volte, ma non potevano certo agire su quello.

Forse anche un altro. La disciplina.

E’ stata meno rigida che in altre occasioni. Ma ogni campo è diverso dal precedente, le persone lo fanno, la truppa fa un campo, e quindi, forse, doveva essere così per rendere più agili gli “scambi” e le intese tra tutti.

Un campo è sempre un turbine di emozioni.

I tre giorni di coazione in cui viviamo ci fanno bruciare le tappe della conoscenza: ci si può amare (succede), ci può odiare (succede anche questo, poche volte, ma succede), ma per lo più si condividono giorni in cui si bruciano le tappe della conoscenza (da tutti i punti di vista!).

E l’intensità delle emozioni che si provano è direttamente proporzionale all’intensità di rapporti che derivano dalla condivisione di Feticismo, Amicizia e Cameratismo.

Ad ogni campo, seppur siano passati anni, sento sempre la mancanza del primo Consiglio Direttivo a cui ho partecipato, che tra il 2006 e il 2011 ha traghettato l’associazione a ciò che oggi è diventata, ma come ho detto in qualche vecchio report, si creano sempre nuove alleanze e nuove amicizie.

Anche questo succede sempre.

Alcune amicizie sono più nuove, altre meno, ma sono amicizie che potranno solo crescere. Non è facile frequentare tutti i partecipanti fuori da un campo, anzi impossibile, come anche mantenere i contatti con tutti, ma al campo successivo, quando ci si incontrerà di nuovo, sarà come se il tempo non fosse trascorso; si riprenderà da dove interrotto come se ci fosse salutati solo una settimana prima.

E ci si ri-conoscerà.

Partecipare ai campi ha anche un altro aspetto interessante.

Ogni volta che termina ti accorgi di aver avuto modo di rivedere persone già viste ai campi precedenti sotto luci diverse. Ci si ri-conosce, infatti, e si colgono, apprezzandoli, aspetti prima sfuggiti!

E, ancora, nascono nuove intese.

Un campo è anche questo.

E per quanto mi riguarda Articolo28 mi ha regalato la maggior parte dei miei nuovi AMICI dal 2003 a oggi.

Articolo28 fa parte del variare delle stagioni delle vite di tutti noi: alle volte c’è spazio per i campi, alle volte no, non è un problema, ma mi auguro, invece, che nelle nostre vite ci possa essere sempre spazio per ciò che si condivide ai campi.

Ringrazio tutti, ma proprio tutti, in egual misura per essersi messi in gioco.

Rinnovo a tutti i membri del Consiglio Direttivo la mia attestazione di stima ed amicizia.

Al prossimo campo!

EZE’ UZE’ UZE’

Colonnello Roberto

Ho vissuto cose, che voi profani, (probabilmente) non potete neppure fantasticare!

Tre giorni (due di Campo effettivo) che – ne sono certo – rimarranno ben impressi nella memoria di ogni partecipante.

Tante e intense sono state le esperienze e le emozioni, variegate in una originale miscellanea. In un attimo mi trovo in camerata con nove sconosciuti, curiosi come me di capire dove siamo finiti, a chiederci, ognuno a se stesso, cosa ci sia passato per la testa di venire fin qui, a fare non si sa bene cosa, tra uomini in mimetica, con un caminetto che, più che riscaldarli, profuma d’intenso gli ambienti. Eppure ora dopo ora, le stanze spartane diventano familiari, come se le conoscessi da tempo. E anche i compagni di ventura li sento sempre più vicini; percepisco che i miei pensieri, i momenti di ansia e timore, sono i loro!

Le prime regole da seguire, come vestirsi ad ogni adunata, la consegna per le pulizie delle stanze, giochi inaspettati, sfide stravaganti… un filo omoerotico che percorre generoso gli spazi e il tempo; docce ghiacciate e ottimi “ranci” (un forte abbraccio al nostro valente e schietto cuoco Raffaele, e a Sergio ed Angelo, impagabili ragazzi napoletani d.o.c. del Caffè&Pizza) …

La consuetudine di svegliarmi prima dell’alba non mi abbandona neppure al Campo, ne approfitto per scovare i timorosi, eleganti caprioli. I cinghiali – perfino più riservati – annusano la mia presenza, riconoscono la.. parentela (sempre cugini siamo!) e mi salutano con un paio di grugniti, ma di farsi vedere e fotografare proprio non ne vogliono sapere.

… E fra timori e slanci entusiasti, tutto si scioglie, tutto diventa ad un tratto la cosa più logica e giusta da fare proprio in quel momento. Un po’ di attività fisica, un ambiente militare non ideologico, goliardia sparsa soprattutto quando meno te lo aspetti, possibilità di conoscenza a 360 gradi, di piacevoli persone. Piccoli ostacoli esterni ed interiori da affrontare, per capirsi, per conoscere sé e gli altri; le contrarietà quotidiane delle nostre vite, percepite in modo diverso dalle solite dinamiche e ripetitività.

Può sembrare esagerato, eppure a fine giornata dell’ultimo giorno, non sono, non siamo più come ero e siamo entrati al Campo solo nel pomeriggio di due giorni fa. Pare retorica, ma non lo è. Molti occhi lucidi tra i copiosi brindisi dell’ ultima sera, lo chiariscono senza ombra di dubbio.

Un abbraccio e un grazie a tutti e ad ognuno!

(Ex recluta 1137 Wince)

Uzze’! Uzze’! Uzze’!

Questa esperienza ti porta letteralmente su un altro pianeta, davvero lontano, davvero diverso, davvero unico.

Raramente mi è capitato di vivere in soli 3 giorni, emozioni tanto diverse e con una tale intensità.

Dall’ansia della prima sera in cui non ho dormito (e tutti gli altri insieme a me!), alla commozione quasi epica degli abbracci finali.

Passando per le emozioni che non provavo da molto tempo come l’imbarazzo, la gioia di una scoperta, l’entusiasmo, la spontaneità, la tenerezza a tu per tu nei pochi momenti privati.

Divertenti e sorprendenti le gare tra squadre, eccitante la visita medica (al di là di ogni immaginazione), esilaranti le punizioni, commoventi i raduni mattutini e serali, per non parlare delle ispezioni a sorpresa nelle camerate da parte degli ufficiali, durante le quali non sapevi se provare soggezione o scoppiare a ridere.

E poi il momento dei pasti, dove ci si sente come una grande famiglia anche se si è lì da poche ore e per pochi giorni.

Non si può descrivere un’esperienza come questa, va solamente vissuta.

Posso solo dire che ogni minuto della giornata nascondeva una sorpresa sempre diversa.

Ex recluta Antonio

Finita l’esperienze del mio primo raduno.. continuano le emozioni grazie ai ricordi che restano indelebili…avete presente una palestra? E non solo x la parte “fisica”, ben interessante ovviamente!!

Mai avrei immaginato di ritrovarmi in un frullatore di pensieri dopo il raduno, è stata davvero un’esperienza a 360 gradi, non solo dal punto di vista sessuale, iniziato da subito la prima mattinata. Sesso? sì, c’è stato.. né tanto, né poco, ma articolo28 x me non si è fermato a quell’aspetto, se si vuole articolo28 è altro, è oltre. Via via che il tempo passava mi sentivo immerso nella stessa atmosfera che nella mia mente si dipingeva mentre anni fa guardavo LE FATE IGNORANTI: una comunità, una famiglia, un condividere e sentire alla pari… eravamo liberi di essere, facilitati nell’esprimersi sessualmente ma soprattutto nelle emozioni, nella condivisione… era, ed è, una realtà protetta, ciò che dicevamo, facevamo, realizzavamo restava racchiuso là, tra noi, protetto dal nostro essere (come ha detto qualcuno nella cena finale) FIERAMENTE GAY.. sì, lo sono.. fiero di aver espresso i miei limiti, di aver visto quanto sono stato capace di andare in là e quanto ancora mi resta da fare x superare ciò che ancora mi frena e lega nello stare con gli altri…

Non voglio descrivere i singoli momenti, giornate.. solo una cosa voglio ricordare qui: il saluto finale dopo l’ammaina-bandiera, quel cerchio di abbracci che ha dato l’inizio ad un bacio senza fine… l’affetto che un gruppo di uomini può mostrare.. se si vuol vedere quell’abbraccio in questo modo.

L’affetto tra uomini mi fa sempre commuovere e domenica mi ha di nuovo commosso; sono riuscito a stento a trattenere le lacrime ma non ci sono riuscito quando poi un provetto sub mi ha abbracciato salutandomi… quando due occhi sottili, intelligenti ed indagatori mi hanno salutato..

Questo ha significato per me articolo28 nel raduno: iniziare a sentirmi libero.. sperimentarmi e provare nuove situazioni, sentirmi circondato da una strana chimica che mi faceva sentire unito emotivamente ad alcuni, sconosciuti, fino a poco tempo prima e che avrei voluto (e vorrei) avere sempre nella mia vita… perché serve condividere le cose che viviamo, nella serenità di un amplesso e nella tenerezza di un abbraccio, un’unione che completa l’essere davvero uomini.

Grazie ragazzi, EX recluta Vincenzo

Sono passate solo poche ora da quando ci siam salutati….e la nostalgia di questi giorni, passati insieme a voi tutti, mi assale e mi blocca la gola…..Sono seduto nel mio ufficio a cercar di riprendere la solita routine, ma non riesco a non pensare a quello che ho vissuto insieme ad una “banda di pazzi”.

Direte perché pazzi? Beh perché … chi decide cosi su due piedi di farsi 600 km per raggiungere un posto sconosciuto ed unirsi ad altrettanti sconosciuti, senza sapere a cosa andrai incontro?

Invece è stata una delle più belle esperienze da me fatta, che mi ha arricchito e mi ha dato la possibilità di mettere in discussione molte mie perplessità (specie in relazione alle attività fisiche …. e di questo ringrazio Carlo per i consigli che mi ha dato). L’accoglienza ricevuta il giovedì appena arrivato è stata unica…..e mi è sembrato di conoscere tutti da sempre …

Non scenderò nei dettagli di quello che si è fatto in questi giorni … perché chi come me deciderà di partecipare per la prima volta ad un raduno di Articolo 28, dovrà scoprire, giorno dopo giorno, in che clima di amicizia e cameratismo fra uomini ci si va ad immergere … che è a dir poco unico!

Ricorderò sempre i componenti della mitica “squadra rossa” che quest’anno ha strappato la vittoria alla “squadra verde” sempre vincitrice da numerosi raduni … mitici noi, ma mitici anche i verdi per la competitività dimostrata.

Giandomenico, il nostro caposquadra (dal lato B molto appetitoso 😉 , Rocco, Dino, PiGi, Gianmarco (che io ho sempre chiamato Donato), Francesco….”pesce in mano”, Giuseppe….(hehehe Giuseppe Giuseppe……ti sei dato da fare alla grande) Leo, Enzo, Livio e non per ultimo Maurizio (sei grande, e lo sai che hai un posto per me in primo piano). Le punizioni inflitte dalla nostra squadra ai componenti dei verdi…. ”Il Flipper” ( hahahah povero Max……e mitica la tua faccia quando Giandomenico ti ha fregato la dog tags) e “La Carota” (bravo Antonio 😉 )

Ma vogliamo parlare delle competizioni sportive!?

Il tiro alla fune……il trascinamento nel fango…..il recupero degli oggetti legati con la fune…..(Paul….mi hai spaccato la schiena hehehe)…..il trasporto della recluta ferita … (Minchia Leo sei leggerissimo hahahah)

Per non parlare poi della competizione sezione “Arditi” hahahahaha con tutti quei centimetri misurati … e che gradimento da parte di tutti per cercare di “aumentarli”!!!

…. E delle fantastiche prelibatezze del nostro Executive Chef Raffaele , che ha sapientemente allietato le nostre bocche fameliche (non pensate a male) e lui pensando a cosa noi facevamo nei momenti di libertà si consolava con un grappino e puliva le melanzane … hahahahaha … grande Raffaele!!!!

E come non dimenticare il momento dell’ammaina bandiera, quando , tenendoci per mano, ci siamo scambiati un bacio sulla guancia. Un bacio di amicizia e condivisione che racchiude in se il vero concetto di Articolo 28.

Ringrazio tutto il direttivo di Articolo 28, Tom, Roberto, Carlo, Davide, Amorino, Renato, Giorgio, Sergio …. che ha fatto il possibile per l’ottima riuscita del campo (un solo consiglio: siamo stati dei militari un po’ troppo “sbracati” un pochetto di disciplina in più non guasterebbe! )

Come dissi la sera della cena di chiusura del campo …grazie di esistere…è credetemi, non è una frase scontata, ma vera !!

Per concludere vorrei citare il soldato Francesco , che a chiusura della cena del sabato ha detto che ora tocca solo a noi portare avanti quello che Articolo 28 si propone di fare, e di farlo con onore e con orgoglio…..

Un abbraccio a tutti dalla ex recluta Franco

Siamo partiti dalle nostre abitazioni con un po’ di timore e ansia, non sapevamo bene a cosa andavamo incontro e cosa avremmo trovato una volta arrivati, vivere e condividere la quotidianità con altre persone mai viste non è un passeggiata.

Una volta arrivati alla base l’accoglienza è stata calorosa, mi sono sentito fra amici ma l’ansia che avevo dentro ancora persisteva. Man mano che altre persone arrivavano ci si conosceva e ci si amalgamava.

L’ansia pian piano scompare e si incomincia ad apprezzare la scelta fatta.

Non voglio descrivere le mie sensazioni di questi tre giorni passati insieme a voi come se fossimo vecchi amici, ma mi preme evidenziare che la fratellanza e l’amicizia che è maturata pian piano con tutti i partecipanti, compresi i vertici del Comando, è stato un sentimento nuovo e inaspettato.

Un doveroso ringraziamento al Generale Davide che ben 15 anni fa, ebbe l’illuminazione di creare dal nulla questa organizzazione, i complimenti fatti agli altri sono indirettamente fatti a lui senza nulla togliere ai meriti umani e organizzativi del Maggiore Tom e del Colonello Roberto e di tutto il Comando.

L’ultima sera, al falò, più di qualcuno era commosso ed emozionato, io fra questi.

Il momento di salutarci è stato ancora più emozionante ma sono sicuro che con tutti ci rivedremo al prossimo campo.

Un apprezzamento particolare va anche alla recluta Giuseppe il quale nella serata finale, quando siamo stati invitati a esprimere le nostre impressioni sul Campo, ha detto chiaramente quello che noi tutti pensiamo: si, siamo gay ma prima di tutto siamo persone con gli stessi diritti degli altri e quindi degni del rispetto che tutti devono avere verso il prossimo.

Ancora un GRAZIE a tutti per avermi accolto in questa strepitosa famiglia di ARTICOLO28!

RECLUTA PIGI