35° Raduno

E’ un noioso giorno qualunque del febbraio 2003 e sono al lavoro. E controllo la mia casella di posta elettronica: mi è arrivato un link, da non ricordo quale homepage, di non ricordo quale sito web, che rimandava a www.articolo28.it Che roba è mi domando? Vado a vedere e scopro l’esistenza di un gruppo military fetish. Il militare? Non l’ho mai fatto io! Ho fatto il servizio civile io! … E che mi interessa di questa cosa? Ci penso su un attimo e poi capisco che invece mi interessa un gruppo del genere, mi intriga, ma ancora non capisco che perché mi eccita.

Chiamo il numero di cellulare riportato sul quel sito per i contatti e mi risponde al Generale Davide. Gli chiedo le informazioni del caso, le solite che tutti chiedono. Chessifairaduni, dovessiva, comefunzionaunraduno, chicc’èadunraduno, ch’etàhannoipartecipanti, sifasessoalraduno, ecc… tutte banalità. Passano alcune settimane e mi passa di mente quella conversazione, come pure l’interesse per Articolo28. Passano ancora altre settimane e, non so come, Articolo28 mi è tornato in mente, era nascosto da qualche parte quel pensiero! e mi attacco al telefono per chiedere a Davide se posso iscrivermi ancora nonostante i termini per farlo siano scaduti da tempo. Risposta positiva: verso la quota in un battibaleno, e posso prepararmi a partecipare a quello che sarà il primo dei miei numerosi raduni di Articolo28! E mal me ne incolse!

La macchina organizzativa del gruppo si mette in moto. Ricevo una lista da mezzo metro di roba da procurarmi. Penso, ma sono matti? Tutta ‘sta roba? Non mi perdo d’animo. Se ho deciso, si fa! non si torna indietro! Zelante, zelante, come uno scolaretto, vado in un negozio di articoli militari con la mia lista stampata dal mio lap top (non ricordo nemmeno come ho fatto a trovarlo il negozio, pure vicino a casa!…ma data la mia determinazione non mi stupisco di me stesso). Penna rossa alla mano, sotto lo sguardo incredulo della commessa, chiedevo ora questo ora quello, e, quando, provato e scelto l’indumento indicato dalla lista, che fosse la stupida, che fossero i pantaloni mimetici, con la mia penna brava rossa, lo depennavo dalla lista. La commessa era molto divertita. Ancora non sapeva che quella scena si sarebbe ripetuta! Non sapeva che mi avrebbe visto accompagnare altre reclute della mia zona a fare lo stesso shopping …quasi compulsivo! Bene, alla fine avevo tutto il necessario. Niente di tralasciato.

La macchina organizzativa prosegue il suo lavoro, e mi mette in contatto con tipo delle mie parti con cui condividerò il viaggio (ma lo conosco già! … meglio!). Il mio compagno (nella vita, quello con cui vivo da secoli!) mi porta in macchina in un autogrill lungo la tangenziale e da lì facciamo lo scambio di auto, e partiamo con il mio contatto alla volta della “caserma” scelta, nel cuore degli Appennini emiliani.

Il viaggio lo passiamo a far chiacchiere. Il tipo con cui viaggio non si fa certo pregare per parlare, e io nemmeno! Arriviamo alla “caserma”. Mi guardo attorno. L’orrore mi prende! Non posso credere ai miei occhi! Madovecazzosonfinito? Ma siamo tornati indietro di decenni? Ma siamo in una colonia di un paese socialista degli anni settanta? Io che mi sono sempre rifiutato di andare in colonia, anche da piccolo, perché mi sembrava terribile … mi ritrovo qui? E io devo stare qui per i prossimi quattro giorni? Il posto mi sembrava terribile, mal sistemato, approssimativo, mi sembrava improponibile. Un grande edificio ristrutturato, meglio dire solo riattato, con stanzoni enormi, “bagni” improbabilmente rifiniti … macchecazzodipostoera? Non capivo ancora. Solo parecchi mesi dopo avrei capito cosa mi era successo. E in cosa mi sarei intrigato.

Inizia l’addestramento delle reclute. Un tipo, non ricordo chi, urla di fare questo e quello. Eseguo. Tutti nudi, solo gli anfibi ai piedi. Avanti marsh, dietro front, fianco dest, fianco sinist! questi ordini invece li urla il Sergente Claudio, il mitico Sergente Claudio! Lui urlava istruzioni e ordini, urlava e basta. E più urlava meno capivo che succedeva. La tensione nell’aria della stanza dove ci stavano addestrando era palpabile. Le reclute sudavano, l’odore era forte ed acre! La mia mente stava subendo un progressivo, quanto inarrestabile, processo di cancellazione dei dati immagazzinati o, forse, meglio dire, delle mie sovrastrutture mentali. Sembrava che la mia memoria storica, come quella di un computer, si stesse cancellando. Avevo la sensazione che qualcuno avesse iniziato a fare un reset da cui si sarebbe ripartiti solo dopo quell’addestramento. Si va avanti. Il tempo non passava mai. Arriva il momento in cui le reclute, e io ero tale ovviamente, devono imparare a presentarsi ai superiori, quando e se interrogate. Gli altri quattro fanno la loro prova, arriva il mio turno, sono ultimo e, penso “ottimo ho tempo di imparare guardando gli altri!”. Mi si para davanti il Sergente e mi urla in faccia di presentarmi con il mio nome di battesimo, ribadisco solo con il mio nome di battesimo!!! Che naturalmente conosco da sempre! E qualche altra frasetta di poco conto. Mi sfonda quasi i timpani! La mie corde vocali sono paralizzate, il mio encefalogramma è piatto, non riesco a parlare, non ricordo nulla… vedo solo una schermata bianca davanti ai miei occhi! La mia mente è ferma. La memoria del mio hard disk è stata definitivamente cancellata, resettata. Non riuscivo a dire il mio nome! Non riuscivo a dire una banalità come il mio nome di battesimo. La situazione mi sembrava grottesca. Stava succedendo a me, proprio a me. Io che non ero abituato a ricevere ordini, io che ero abituato ad altri ruoli, io che ero abituato ad avere responsabilità, io che ero abituato a prendere un sacco di decisioni in un giorno … io che questo …io che quello … io, io … ioooo … e ancora iooooo, ma cazzo, che presuntuoso! Sapevo solo dire “io che ….” Sapevo solo fare riferimento a mondi che erano avulsi dal posto nel quale mi trovavo e ai quali mi aggrappavo per cercare di essere qualcuno o qualcosa! Era grottesco perché senza il mio mondo ero molto più nudo di come fosse il mio corpo in quel momento! Ero esattamente da solo e mi mostravo davvero NUDO! Ma libero … anche da me stesso! Libero dal mio mondo! E forse era anche la prima volta in età adulta. In quel momento non capivo bene la portata di quel che stava succedendo. Mi trovavo in una situazione lontana anni luce dalla mia vita ordinaria … e pensavo a come avevo potuto mettermi in quella condizione tanto assurda. Non sapevo come avevo fatto. Passato qualche altro minuto, il Sergente mi guarda compassionevole, e, come un gatto dalle sette vite, mi ripiglio. Dico come mi chiamo e l’addestramento prosegue. Come recluta sto migliorando. Passa altro tempo. Siamo tutti esausti, sembra che la nostra “tortura” stia per finire; si capisce dal fatto che Claudio, il Sergente, non riesce più ad urlare, è rauco (e io penso che è il minimo che si possa meritare!). Dalle finestre della stanza nella quale ci hanno reclusi, densa di aria irrespirabile, si vede un ordinato plotoncino di soldati che rientra in caserma da quella, che saprò in seguito, è la solita perlustrazione della zona. Lo scopo è individuare luoghi in cui svolgere le attività fisiche del raduno (quante volte dopo l’addestramento ho partecipato alle perlustrazioni!) La tensione è scesa, ci si riveste. Una delle reclute informa il Sergente che intende andarsene, abbandona l’impresa. Informa gli ufficiali della decisione, inforca la sua moto e se ne va verso la città da cui proviene, mi pare di ricordare fosse Milano. Nessuno obbietta. Rimaniamo in quattro.

Il programma vero e proprio del mio primo raduno comincia. E da qui … non mi sono più perso un raduno!

Una Recluta

A poche ore dalla fine del raduno, sono in metro, a Roma, di ritorno verso casa e mi ritrovo a cercare nei volti dei passanti qualche viso familiare come quello del maggiore Tom, del colonnello Roberto …. di Andrea, Fabio o Massimo… e invece no … solo sconosciuti, e non penso di farlo solo perché abbiamo vissuto a stretto contatto tre giorni intensi tutti insieme, mangiato sempre insieme, condiviso turni di guardia e di pulizie; non so cosa è, è come il mal d’Africa, sono in balia di mille emozioni, bombardato da flash-back di ricordi appena vissuti, ripiombato nella mia città, se pur amata, ma con una grande nostalgia, la malinconia di avervi salutato, a ognuno di voi con quell’abbraccio, così sentito!… avrei voluto non terminasse più …un senso di appartenenza ad un groppo meraviglioso, che ti sa legare a se, tra i membri che lo compongono , meglio di un’amicizia , meglio della famiglia. Dunque è questo Articolo 28?

Mi piace ricordare alcuni, e credetemi … SOLO ALCUNI dei momenti più belli e intriganti per me, che ho vissuto in questo raduno. -Francesco: il maggiore tom, sempre paziente e gentile nei colloqui al telefono mi mette in contatto con un ragazzo, aspirante recluta come me, che avrebbe partecipato anche lui al campo e che poteva accompagnarmi con la sua auto io, da bravo ansioso, odio gli appuntamenti al buio e essere costretto a passare poche ore con uno sconosciuto, figuriamoci un paio di giorni con tanti perfetti sconosciuti, ma ci si mette in gioco ! E, carico della mia buona dose di tensione e paura incontro questo ragazzo che già dopo i primi 10 secondi mi aveva conquistato, era diventato il mio amico! Un punto di riferimento, un ragazzo semplice alla mano, divertente! il tipo che “o ….alle brutte … se proprio sono tutti antipatici, parlerò solo con lui è starò sempre con lui!” E invece poi… che ci crediate o no, c’erano solo ragazzi che valeva la pena conoscere ….tutti! Nessuno escluso !come già immaginavo e speravo ,l’essere umano (gay in primis) chiede solo di star bene, vuole essere felice e divertirsi, avere passioni! E poi diciamocelo: tra gay c’è una tacita alleanza che ci protegge. Quella notte avrò dormito un paio d’ ore in tutto …. troppa adrenalina , troppa eccitazione .

-La visita medica : a parer mio non c’è stata cosa più eccitante , bendato , completamente nudo !palpeggiato con finta nonchalance da medici e ufficiali …. e che goduria quando il maggiore è rientrato a chiamarmi perché: “questo ragazzo va visitato un altra volta ..!” Che onore! Che eccitazione che erotismo!…. una delle mie fantasie erotiche che si realizza! Meraviglia!!

-recluta Max e soldato Fabio : che dire , due gran pezzi di maschi, belli! Belli come due modelli di calvin- klain , veri uomini, gentili, leali, corretti … sexy… ho quanto erano sexy! Non sto qui a descrivere gli show che abbiam fatto, ma ricordo con lo stesso ardore i sorrisi le parole di conforto, di stima, affetto… di riconoscimento! E dio solo sa quanto ne avessi bisogno !che bellezze, dentro e fuori!

-Le ispezioni delle camerate! Quel secondo giorno , nominato mascotte della mia squadra in un istante dal generale che fa: “questa squadra ha una mascotte molto ubbidiente che fa proprio tutto quello che gli viene ordinato” …. e non vi dico cosa, ma essere umiliato davanti alla mia squadra è stato uno dei momenti più eccitanti per me !sia chiaro nessuno ti costringe a fare niente …. avevo posto i miei limiti che sono stati rispettati Come le attenzioni del generale, quella mattina in cui io stavo poco bene , avevamo la casa tutta per noi, e mi ha saputo “addestrare”e rassicurare, da generale a recluta, da superiore a subordinato, come un padre con un figlio.

-E gli ufficiali, tutti! Che maestria nell’ organizzazione, nell originalità di inventarsi sfide, situazioni, che fossero dure ma divertenti, capaci di sdrammatizzare e ironizzare in qualsiasi momento e allo stesso tempo di incutere disciplina come in una vera caserma! Complimenti veramente! Che passione! Mi avete fatto sentire parte di qualcosa! Mi avete apprezzato semplicemente per quello che sono ,e scusate se è poco . Mi avete gratificato e emozionato. Mi piace ricordare anche le adunate, la sera dopo cena, solo noi: il plotone e le stelle! Nell’oscurità della notte , immersi nella natura! Quel cielo così stellato non l’avevo mai visto! Emozionante veramente! E i boschi? meravigliosi! cosa c’è di più bello che stare nudi in mezzo alla natura incontaminata ! l’alza bandiera, che altra emozione ,i Brindisi , i discorsi! Chi si è commosso! Cazzo! Ragazzi, mi siete entrati nel cuore ! Andrea Dino Giovanni Marco Simone Dario , Di voi mi porto nel cuore la dolcezza , che persone sensibili e belle che siete! Matteo Gaetano, che risate!!! Paolo Beppe franco roberto(chef) Roberto (caporale) Livio Renato Amorino Davide Paolo Maurizio avrei voluto conoscervi di più! E mi perdonino gli altri di cui in questo momento mi sfuggono i nomi … eravamo bellissimi! Tutti! Questo è stato il mio primo raduno, e prima di partire mi ricordo che leggendo i report sul sito pensavo: va bhe che esagerati!!! Come possono nascere rapporti così profondi in così poco tempo , come ci si può sentire così uniti , alla fine si è sempre estranei!…. e invece mi ritrovo a scrivere le stesse cose, se non peggio, proprio io che fino al secondo giorno mi sentivo così forte e impenetrabile (sentimentale). L’insegnamento che ho imparato più di ogni gerarchia militare o come si marcia è quello che vale la pena vivere le cose a pieno! , proprio come le sentiamo e le vorremmo nella nostra fantasia, è QUI e ADESSO il momento di essere! e nell’ istante in cui noi non giudichiamo noi stessi non lo fa nessun altro, non solo, ricevi la stima e l’affetto di tutti!

Recluta Cosimo

Indimenticabile è stata l’esperienza fatta per me al campo di articolo28. Ho avuto la gioia di vedere persone provenienti da tutta Italia, con accenti diversi prima studiarsi, giudicarsi, con diffidenza avvicinarsi fino a conoscersi e fondersi (ahahah) per poi esplodere in gare , ricche risate che hanno fatto prevalere il nostro lato umano ludico e dedito alla disciplina, al piacere di dare ordini e riceverne ma anche a quello di disubbidire con battute o escamotage. Bella l’ironia belle le culture diverse che hanno trovato punti di incontro. Non è stato importante vincere o perdere dare o ricevere (sopratutto) 😉 ahahhaah Ma è stato fondamentale alzare la testa e guardare oltre noi stessi e i nostri piccoli ego avvolti troppo spesso solo da se stessi e i propri bisogni, anche solo dalla pretesa di ciò che avrebbero voluto che fosse. Perchè oltre noi stessi c è l altro con i suoi bisogni e le sue esperienze, spesso l’altro è un mondo che vale la pena di scoprire. Diverso? Si forse ma da chi? Dall’idea di giusto che hai tu prettamente soggettiva. Non è stato un campo di militari, uomini, maschi ,omosessuali, vittime, carnefici, di attivi, passivi, belli ,brutti ,giovani ,vecchi ,maiali ,cani ,pecore (a miliardi ahahah) E’ stato prima di tutto un campo di persone meravigliose che ringrazio e porterò nel cuore perchè mi ha insegnato tanto 😉 …….dato tanto……;) un abbraccio di cuore

Aspirante recluta 1171 (Il Toscanooooooooooooo burlone)