30° Raduno

Da poche ore è terminato il 30° raduno di Articolo28 ed è la prima volta che mi accingo, in così tanti anni di “militanza” ( ho iniziato nell’ aprile del 2005 ), a scriverne. Sono sempre un po’ restio a farlo ma stavolta ne sento quasi l’ esigenza, per varie ragioni. Innanzitutto perché 30 raduni è un traguardo importante! Sono ormai più di dieci anni che esiste quest’associazione e le persone che ne hanno fatto parte, anche solo per un raduno, sono ormai un numero cospicuo; è anche con loro, che per la maggior parte mi sono sconosciuti, che mi trovo idealmente a condividere questo traguardo. Su un piano soggettivo dico che questo raduno, che è comunque di tutti coloro che vi hanno partecipato, lo sento molto MIO: dal suo concepimento, con la decisione di scegliere una nuova base, alla sua organizzazione e attuazione avvenuti però con la collaborazione e la dedizione imprescindibili degli altri ufficiali che sinceramente ringrazio. Aggiungo anche il fatto che, con sensazioni diverse e contrastanti, dalla fase dell’ arruolamento delle reclute a quella della mia promozione a Capitano e conseguente ludica punizione, ne sono stato mio malgrado un po’ protagonista. Non (mi) era mai successo che circa due terzi dei presenti fossero nuovi, che si accostavano per la prima volta ad un raduno, e che nonostante questo, sin da subito, hanno puntualmente ricreato quella strana alchimia di Articolo28 che fa sì che persone, molto diverse fra loro per età cultura e provenienza, smettendo i loro abiti civili e indossando una mimetica, o anche “togliendosela”, dopo solo qualche ora assieme si comportavano come se si conoscessero da tanto tempo. Tre giorni intensi in cui ha regnato la condivisione: del viaggio delle strategie delle camerate dei pasti della doccia del sesso… Sempre un’ occasione unica per tutti, reclute e veterani, di tentare, di “allontanarsi” dalla propria quotidianità e magari di riuscirci anche. Se questo 30° raduno sia stato un successo, non sarò io a dirlo. Le tensioni, i tempi morti, gli imprevisti e anche le critiche non sono mancati: il raduno perfetto non esiste! Bisogna trarne ugualmente un insegnamento per far sì che i prossimi raduni possano essere migliori di quello che li ha preceduti, ma il fatto stesso che alla fine di un raduno, pur provati fisicamente e/o emotivamente, ci si ritrovi a scrivere commenti saluti e ringraziamenti, generando un traffico di mails, tale da intasarmi la casella di posta, beh…, vorrà pur dire che qualcosa di buono la si è fatta e allora pensi già che tra qualche giorno ti rimetterai in moto, e in discussione, per contribuire ad organizzarne un altro. Il mio grazie a Roberto, Achille, Davide, Raffaele e Carlo, ufficiali ma soprattutto, dopo tutti questi raduni vissuti assieme, amici. Il mio grazie soprattutto a voi, reclute e soldati, senza la cui partecipazione Articolo28 non potrebbe esistere. Capitano Tom

Sono ormai 5 anni che faccio parte del gruppo di Articolo28 e sono 5 anni che ad ogni campo mi diverto, sto sempre bene e mi emoziono sempre, e anche questo trentesimo raduno mi ha fatto sentire le stesse sensazioni, le stesse emozioni, e la stessa voglia di ritornare al prossimo campo… Questo campo per me ha una partenza molto strana, sembrava proprio che il destino non volesse che partecipassi, in primis due mesi, aprile e maggio, davvero pesanti dal punto di vista lavorativo, senza mai 3 minuti di tempo per guardarmi attorno, in più poi si sono messi nell’ordine influenza, virus intestinale, infezione al molare del giudizio …. ero pronto a dire di no, viste anche le condizioni pessime del meteo, quando miracolosamente due settimane prima mi passa tutto, e comincio a migliorare e a sentirmi decisamente meglio e, viste anche le condizioni meteo decisamente migliorate, ho deciso di confermare la mia presenza.(in realtà ci sarei andato anche in condizioni pietose ma fare un raduno di articolo28 non al 100% non sarebbe stato facile). Pronti partenza via.. Viaggio da Roma a Firenze mercoledì per lavoro poi, giovedì passo a prendere una delle reclute romane ad Arezzo imposto il navigatore e si parte… tah-dà sbagliamo strada sulla montagna e restiamo impantanati nel fango in una strada orribilissima… niente panico si torna piano-piano indietro, un passante, lo devono santificare, ci ha dato l’indicazione giusta e siamo arrivati alla base.. meravigliosa, con un panorama stupendo (foto sul sito _) Sistemiamo bagagli, un rapido giro per la casa e subito si mette in azione la macchina organizzativa, per sistemare il tutto ed essere pronti per il venerdì mattino… ..con la mia solita ansia non dormo il giovedì notte (ormai tipico, mi ci sono abituato) ed iniziamo il venerdì un po’ sotto tono, ma man mano che le ore passano l’ombra che si era posata su di noi è stata spazzata via, anche per il sole che per fortuna ci ha aiutato ed è stato presente per tutte e due le giornate del raduno.. .. le ore passano molto in fretta durante i due giorni di un raduno e ti sembra che non sono 48 ore , ma di più, tanto il da fare, e la sera del sabato arriva veloce quasi come un battito di ciglio, e cosi tra un brindisi e le meravigliose polpette di Raffaele la serata si conclude con la proclamazione della squadra vincitrice. Come dimenticarsi il sabato pomeriggio prima di cena, e le facce dei verdi durante l’ispezione della camerata? impagabile…..ed indimenticabile…. e anche come dimenticarsi della reazione di una delle altre tre reclute romane, quella dei rossi per capirci, sempre durante l’ispezione???? Anche le piccole cose contano e spesso sono proprio queste piccole cose che ti fanno pensare, che mi attivano i pochi neuroni rimasti nel mio cervello e mi fanno pensare a quanto tengo a questo gruppo. Mi sono anche molto apprezzato per il discorso fatto il sabato sera, non so se si è capito, quando faccio questi discorsi molto “intimi” mi si allappa la lingua ed incespico un po’ sulle parole, spero che il mio messaggio sia arrivato chiaro a tutti…. …Da parte mia posso dire che ogni raduno mi sorprendo e mi dico che posso migliorare e questo raduno forse sono riuscito a farlo, migliorarmi nell’interagire con la truppa e sopratutto nel calarmi nella figura di Maggiore, cercando di fare mio e di “personalizzare” quello che è per me stato il vero maggiore, che vedo ancora e vedrò sempre come una figura di riferimento. Ovvio che non c’è solo l’ex maggiore ad essere il mio punto di riferimento, ma lo sono gli ufficiali tutti, dal Generale al AUC, solo se c’è una grande intesa e collaborazione, il raduno può avere un esito positivo e da la possibilità a chi viene per la prima volta a ritornarci con lo stesso entusiasmo, o magari con una nuova e rinnovata voglia di stare bene. Ringrazio tutti i partecipanti a questo 30° Raduno di Articolo28, le Reclute, che per la prima volta nella mia storia di Aricolo28 erano davvero tante, la truppa, e gli ufficiali. Un sentito grazie a Tom che è stato l’autore e, per usare una espressione un po’ colorita, la “Mamma” di questo raduno… (dico la mamma perchè il papa non “partorisce” un figlio) Un ringraziamento a parte va fatto a Sergio che con il suo sorriso, la sua voglia di partecipare ed il suo caffè impagabile al mattino, rendono ogni raduno davvero speciale. Una menzione speciale va fatta a Raffaele, senza di lui davvero non saprei come fare, senza il suo riferimento, le sue leccornie, i suoi pranzetti, (ma non tutto quel burro nei panini…) ed il suo sorriso unito alle sue battute meravigliose rendono il raduno tutto una perla rara. E’ sempre pronto e fa tutto con impegno, volontà e costanza. GRAZIE. Un abbraccione specialissimo. Al prossimo Raduno Maggiore Achille

Il mio 20° raduno di Articolo28 è finito da pochi giorni. Ho partecipato, senza mai perderne uno, a tutti i raduni organizzati negli ultimi dieci anni! Tantissimi! Mi domando, ancora oggi, dopo tanto tempo, e tanti campi, che cosa mi spinga a militare nella fila della nostra associazione e a dare un contributo, spero fattivo, alla sua esistenza. Perché vado ai campi? E’ una domanda che mi viene rivolta spesso sia nei contatti dal vivo sia in quelli virtuali. Altrettanto spesso evito la risposta perché descrivere ciò che succede ad un campo a chi non c’è mai stato, o non sembra realmente interessato a venire, mi sembra riduttivo. Ma l’altra sera, prima del raduno appena finito, chattavo con un nuovo amico virtuale pugliese che ironizzava su quanti “passatempi” erotici avrei avuto al campo a cui mi accingevo ad andare. La sua battuta mi ha colto di sorpresa e lasciato interdetto, mi sembrava inappropriata e riduttiva! Consentirgli di immaginare che il sesso sia la ragione che mi spinge ad andare ad un raduno mi è sembrato semplicistico . D’impeto gli ho risposto che ai campi non vado per il sesso che potrei trovare, ma per altre, ben più interessanti, ragioni. La risposta l’ha sorpreso a sua volta offrendogli una chiave di lettura inaspettata. Non vorrei essere frainteso, ne apparire bacchettone con l’affermazione appena fatta. Preciso dire l’erotismo che si verifica ai campi è importantissimo, ma l’aspetto fondamentale è dato dal rinnovarsi di un’incredibile alchimia di umanità. Persone conosciute (la truppa) e sconosciute (le reclute) si ritrovano tra loro per vivere tre giorni in uno stato di volontaria coazione. Dividono molte cose, quasi tutto, la base, il sonno, il cibo, le docce, le attività ludiche diurne e notturne, competono tra loro affinché la squadra a cui appartengono vinca il raduno, divengono competitivi (anche troppo talvolta!), ma sembra che siano amici da sempre e che si siano sempre frequentati negli ultimi anni. Le persone già conosciute tra loro, che non si vedono da mesi, semplicemente riprendono i rapporti da dove li hanno lasciati alla fine del precedente campo, come se il tempo non fosse passato. Le persone sconosciute vengono assorbite dal gruppo e immediatamente metabolizzate, senza che se ne possa più distinguere l’anzianità di frequentazione dei raduni. La prima sera, quella del giovedì, a raduno non ancora iniziato ufficialmente, ero esterrefatto nel vedere come l’esuberante recluta Riccardo animava la conversazione tra i presenti! Declamava ironicamente il regolamento del campo (di fatto prendeva in giro chi noi ha scritto quel regolamento), ma è stato un vero spasso ridere con lui e tutti gli altri! La ragione che mi spinge a frequentare i raduni è questa speciale alchimia! e non un problema di coazione a ripetere come si potrebbe pensare! Così ho spiegato al nuovo amico virtuale il mio punto di vista. In un contesto del genere gli scambi erotici, che talvolta ci è capitato di avere, divengono straordinari e difficili da dimenticare. Ed è in questo senso che l’erotismo e il sesso presenti in un campo sono importanti, ma non l’unica cosa che succede!

La media delle persone che consoce di “fama” Articolo28 (siamo l’unica associazione del nostro tipo in Italia!) ha spesso l’idea romanzata, soprattutto dalla propria fantasia, che si passi il tempo a fare sesso in abiti mimetici, oppure che si giochi a fare i “Rambo” e, quindi, pensano di non essere adeguati o perché troppo pudichi (quindi cose tanto “audaci” non fanno per loro?!) o perché non hanno fisici allenati allo sport. Niente di più errato, in un senso e nell’altro. Ai campi si partecipa per ragioni complesse che vanno ben oltre la fisicità o l’erotismo; difficile entrare nel dettaglio personale poiché per tutti noi è diverso, ma posso dire che io vado ai raduni perché trovo amicizia, come in nessun luogo della scena gay è possibile trovare, solidarietà, cameratismo maschile, ironia, gioco, divertimento, disponibilità, generosità (mai dirò abbastanza grazie a Raffaele per il suo enorme contributo!) e, per ultimo, ma non meno importante, perché in A28 trovo erotismo maschile! Certo frequentare i raduni di A28 è impegnativo per mille ragioni, ma ne sono sempre ampiamente ripagato! E anche tanti altri oltre a me!

In questo raduno mi sono molto mancati vecchi amici che per varie congiunture non hanno potuto essere con noi, a questo raduno si sono rinsaldate amicizie vecchie (fantastico il saluto di Davide e Vito mentre ero ancora in branda domenica mattina), ma sopratutto ho visto crescere amicizie che di raduno in raduno divengono sempre più importanti, costituendo anche un fondamentale pilastro organizzativo di A28! Non smetteranno mai di mancarmi gli amici del vecchio Consiglio Direttivo che oramai non fanno più parte stabile dell’associazione, ma restano sempre i miei AMICI e restano grandi nel contributo che hanno dato!

Saluto e ringrazio tutti i partecipanti in attesa di rivederci al prossimo campo in programmazione per l’autunno 2013.

Roberto

UZE’ UZE’ UZE’

A parte le rivalità tra le due squadre rossa e verde che comunque sono state le migliori degli ultimi anni….hihihihih……Tornando a casa ho portato con me tanti ricordi e non solo….chi vuol capire capisca 😉 . Se chiudo gli occhi rivedo il camino acceso e noi a ridere e a scherzare … a proposito la grappa dobbiamo ricomprarla vinita … anche vino, liquori vari,gin …CHE SPUGNE….;-). In pochissimo tempo appena tre giorni siamo riusciti a conoscerci e a stringere un’amicizia che spero di poter coltivare con molti di voi. Chiedo perdono al gruppo degli ufficiali (di dovere se voglio fare carriera!) che è riuscito a sopportare un casinista, lunatico rompipalle come me e che, dopo tre gg, non sono riuscito ad imparare i gradi, vero AMMIRAGLIO? (ops! non siamo in marina, ma lui sa 🙂 e senza saperli la prossima volta sarò SOLDATO. Guardando le foto non riesco a capacitarmi di quante cose siamo riusciti a fare, adunate, cambio camera, corse, flessioni, bricolage nel bosco, gavettoni, giochi al limite del pudore 🙂 DOCCE BOLLENTISSIME, servizi ai tavoli, scarponi, salto da un letto all’altro…..e non fraintendete! Per non parlare poi dei piccoli assaggi fatti nella cucina prima del rancio, tra sorrisi e tastate del cuoco conscio della massima che gli uomini si prendono per la gola … e poi vogliamo parlare del caffè consegnato in camera da letto dopo una notte di fantastiche follie?

Comunque saluto Achille, Giorgio, Sergio, Leonardo, Daniele, Manfred, Vito, Alessandro, Marcello, Maurizio, Roberto, Lorenzo … insomma tutti un abbraccio Riccardo

Domenica. Tardo pomeriggio. Nubi dense e cariche. Una pioggia fitta, battente, incessante. Milano non poteva riaccogliermi in maniera peggiore.

Mi muovo per casa come un bradipo, quasi a rivendicare un fisiologico ed impellente bisogno di indolenza dopo che gli ultimi giorni sono stati scanditi e punteggiati da adunate, turni, missioni, ispezioni, in una tabella di marcia senza un attimo di respiro.

Appoggio lo zaino e la borsa sul letto. E invece di rovesciarne tutto il contenuto direttamente in lavatrice, mi metto a sorteggiare un indumento, un accessorio per volta. Ogni sorteggio accompagnato da un lucido ricordo. Da ultimo una pila di slip intonsi, ancora ripiegati e freschi di bucato (chissà mai perché?….). E a quel punto mi scoppia da ridere.

Se devo individuare un momento che per me riassuma il senso di quest’esperienza, scelgo il cerimoniale dell’ultimo ammainabandiera e quell’aria – carica di complicità e consapevolezza che aleggiava sulla truppa – distante dai toni un po’ distratti e scanzonati della prima adunata.

Ringrazio tutti. Reclute, soldati e ufficiali. Grazie per la vostra autenticità.

E che lo spirito sia sempre alto.

Vi abbraccio